Al Presidente della Repubblica ed al Prefetto di Cuneo
OGGETTO: Rifiuto onorificenza
Egregio Signor Presidente
Già mi ero rivolto alla Sua alta Carica in precedenza con un messaggio via internet di cui ho avuto
risposta (protocollo SGPR 16/06/2010 0064714 P) alla quale non avevo dato risposta, oggi mi permetto
di osservare; che si la politica non deve entrare nel merito della magistratura ma il Presidente della
Repubblica è anche Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura pertanto secondo il mio
modesto parere, non solo deve vigilare sul corretto funzionamento della Magistratura ma su tutte le
Istituzioni in generale.
Sono caparbio altrimenti sarei già andato ad ingrossare la lunga schiera di chi ha compiuto degli
insani gesti che drammaticamente quasi quotidianamente colpisce l'Italia intera. Questo non toglie
che sono sinceramente preoccupato per il futuro dei miei quattro nipoti ai quali è riservato un futuro
molto buio poichè andando avanti di questo passo, dove è cronaca quotidiana dell'intrallazzo tra mafia
e politica, dove l'essere umano viene calpestato dalle stesse istituzioni. Porto ad esempio il caso
ecclatante del senatore Andreotti che pur essendo stato condannato per mafia, un Suo predecessore si
era comunque permesso di nominarlo Senatore a vita, oppure il tragico assassinio del Procuratore Capo
di Torino Bruno Caccia, caduto per essere stato un integerrimo servitore dello Stato e oggi, dopo
trent'anni non vede ancora condannati i suoi assassini nonostante ci fosse un rullino fotografico di
chi preparava l'attentato.
Sono profondamente deluso ed amareggiato nel vedere questa nostra povera Italia lasciata andare alla
deriva dalla politica, a causa del nichilismo etico che la attanaglia. Con la mia misera pensione, che
non è affatto paragonabile ai Vostri stipendi è assai difficile poter avere giustizia, purtroppo ho
dovuto rinunciare al Procedimento Penale e in questi giorni ho dovuto indebitarmi ulteriormente per
ricorrere in Cassazione. Se necessario adirò pure al Tribunale per i diritti dell'uomo di Strasburgo
o la Corte di Giustizia, di modo che i Regolamenti Comunitari vengano fatti rispettare anche in
Italia dalle istituzioni preposte ai controlli che sino ad ora hanno latitato.
Quando S.E. il Prefetto di Cuneo, mi ha comunicato che la S.V. mi aveva insignito dell'onorificenza di
Cavaliere al merito della Repubblica, ne sono rimasto lusingato ed orgolioso,
oggi per coerenza con i miei principi etici e morali, sono costretto a rinunciare a tale Alta
Onorificenza (che allego) in quanto non posso accettare una Onorificenza dal Capo di uno Stato che se
da una parte mi onora e gratifica, per altra parte, lo stesso Stato, mi sta rovinando economicamente e
moralmente con ripercussioni sulla salute e nell'ambiente familiare.
In tutta la vicenda, la Prefettura di Cuneo è stato l'unica istituzione a prendere in considerazione
il mio problema, pertanto, nonostante i risultati, mi corre l'obbligo di ringraziare S.E. il Prefetto
e in particolare la Dottoressa Bambagiotti per quanto fatto, chiedo scusa per lo sfogo ma sono un
vecchio contadino che allo studio ha dovuto anteporre il lavoro e dopo quasi 60 anni di duro lavoro,
rinunce e sacrifici, per aver avuto l'ardire di essere una persona onesta, ora mi trovo impigliato
nelle maglie della giustizia, in questo mondo che è sempre più a misura dei "furbi".
Colgo l’occasione per porgere a Lei Signor Presidente e collaboratori i miei più Cordiali Saluti.
Costigliole Saluzzo 11 marzo 2014
Chiotti Ambrogio