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Casa

'l Palas

Un profondo pozzo scavato in casa rivestito di pietre su modello etrusco è un buon indizio circa il fatto che la casa abbia origini antichissime, tale pozzo poteva servire a conservare il vino, tanto decantato dai romani con il nome di Aigleucos.
Dopo il buio dell'Alto Evo sembra che fosse divenuta una delle 27 coorti istituite da Federico Barbarossa in Piemonte e serviva per la raccolta di Fodro e Teloneo della Vallis Vallanctana. Nei primi anni del 1400, proprietario di beni allodiali in Costigliole era Peronetto Costanzia del ramo De Domo (Palazzo) citato in un accordo tra nobili per l'impianto di una vigna di moscadello attorno al 1438.

1844

Agenda del trisnonno

La precedente casaforte del X-XI secolo, viene abbattuta dalle truppe francesi il giorno di San Martino del 1693, nel periodo che va dal 1724 al 1736, viene ricostruita l'attuale villa patronale, chiamata appunto Palas. Usata dalle nobili famiglie come villa di campagna dove era d'uso venire a fare l'ampeloterapia con l'uva Quagliano, da sempre considerata ottima per le peculiari caratteristiche organolettiche e diuretiche. Qualcuno insinua pure che venivano adibite come Pied à terre dei nobili che frequentavano la villa. Dal Regesto delle Valbe di Costigliole del 1761 risulta tra gli unici due beni allodiali della comunitá, in allodio alla nobile famiglia dei Vassallo delle Torrette.

Acqua

L'Antico pozzo

Tra i proprietari confinanti ci sono i Giriodi, oggi dei Sola, i Rancurello che avevano il Paradisot i Gozza, sicuramente poi italianizzato in Gozzarino. Successivamente passa ai Frossasco che nel 1910 la vendono, inizia così un periodo movimentato per questa casa poiché in nove anni passa di proprietá per ben cinque volte di cui due sono in comproprietà. Finalmente nel 1919 Chiotti Ambrogio la compra, unitamente alla fidanzata, come pegno di nozze, purtroppo nel 1928 la fidanzata muore improvvisamente, quindi viene divisa la proprietá. Il 40 % della proprietà passa così ai Rinaudo.

Regesto delle valbe

Valba Paradiso del 1761

Alla conduzione aziendale, nel 1937 Ambrogio chiama il nipote Bartolomeo, al quale nel 1949 fa donazione. Solo nel 1992 la nostra famiglia riesce a riaccorpare l'intera casa e nel 2013 l'intera proprietá. Nel 2009 cedo l'attività aziendale al figlio che purtroppo nel 2022 inspiegabilmente chiude l'attività vanificando così il lavoro di cinque generazioni. Da questa posizione dominante, è stato costruito un Belvedere la cui arcata sottostante veniva adibita a limonaia, vero balcone naturale da dove si gode una stupenda veduta della sottostante pianura e nelle giornate serene lo sguardo spazia dalla Bisalta alla Langa spingendosi sino alle Colline torinesi.